La rassegna 2107

La quarta edizione, scandita dalla presenza di giornaliste, arabiste, registe, cuoche, studiose della cultura e della società palestinese, ha visto la rassegna muoversi fra Salerno, Napoli e Roma in vari contesti culturali, particolarmente nel mondo accademico e dell’arte. Il focus di questa edizione è stato l’arte della resistenza.

Gli appuntamenti

Due presentazioni di libri hanno costituito la breve anteprima di inizio estate della rassegna. Il 15 giungo 2017, nel chiostro Ave Gratia Plena è stato prima presentato Il viaggio di Vittorio di Egidia Beretta (Dalai editore), madre di Vittorio Arrigoni. Poi, il 22 giungo, è seguita la presentazione di 50 anni dopo, 1967-2017. I Territori palestinesi occupati e il fallimento della soluzione a due stati di Chiara Cruciati e Michele Giorgio (ed Alegre), che con questo saggio hanno analizzato lo scenario in Palestina a 50 anni dalla guerra dei sei giorni, lanciando un grido di allarme. La Palestina è scomparsa dalle cronache, ma il popolo palestinese esiste ancora.

L’edizione 2017 vera e propria prende il via con 18 mucche “wanted”, che lo stato di Israele ha dichiarato pericolose per la sua sicurezza. Femminile palestinese le ha portate a Napoli e Roma, oltre Salerno, per raccontare una delle pagine più nobili della prima Intifada palestinese: la leggendaria ribellione non violenta, fondata sulla disobbedienza civile, della cittadina di Beit Sahour.

La rassegna ha avuto il piacere di ospitare Amer Shomali, giovane artista palestinese, in Italia per la prima volta e coregista del film The Wanted 18 candidato agli Oscar nel 2016. Con Shomali e la proiezione del suo film, Femminile palestinese è stata presente a Salerno, il 26 ottobre all’Università degli Studi; a Napoli, il 27 ottobre all’Accademia di Belle Arti e il 29 ottobre al museo MADRE; a Roma all’Università La Sapienza il 30 ottobre.

 

Femminile Palestinese ha portato, poi,  il 10 novembre, alla libreria Feltrinelli di Salerno il libro di Ghassan Kanafani, Uomini sotto il sole.  Il romanzo tradotto in italiano la prima volta nel 1984 da una piccola casa editrice salernitana, la Ripostes, a cura di Isabella Camera D’Afflitto, è stato recentemente ristampato da Edizioni Lavoro a cura della Camera D’Afflitto, docente di Letteratura araba moderna all’Università La Sapienza di Roma, che ne ha aggiornato la traduzione.

 

A seguire è stata la volta della Chef e blogger Fidaa Ibrahim Abuhamdieh, il 16 e 17 novembre, per un corso di cucina popolare palestinese. Il corso si è articolato in due giorni tenuto da Fidaa e dalla sua instancabile compagna di viaggio Silvia Chiarantini con cena finale aperta a tutti, durante la quale è stato  proiettato il video Pop Palestine. Salam Cuisine di Alessandra Cinquemani e Silvia Chiarantini. Le ricette sono presenti nel libro Pop Palestine. Viaggio nella cucina popolare palestinese, Salam cuisine tra Gaza e Jenin scritto a quattro mani dalla Abuhamdieh e Chiarantini, foto della Cinquemani (ed. Stampa Alternativa)

 

 

L’appuntamento relais fra edizione 2017 e edizione 2018 è un incontro speciale con Ruba Salih e Ilan Pappe all’Università di Salerno. Previsto a conclusione della quarta edizione, dà il via alla quinta edizione di Femminile palestinese un incontro di grande rilievo accademico. Il 2 marzo 2018 l’antropologa italo-palestinese Ruba Salih (SOAS Università di Londra) e lo storico israeliano Ilan Pappe (Università di Exeter) discutono su Palestina, decolonizzazione e libertà accademica presso l’Università degli studi di Salerno, insieme a Giso Amendola (sociologia del diritto, Unisa) e Gennaro Avallone (sociologia urbana, Unisa).

 

 

A Salerno,  ospite della rassegna per la terza volta, il grande storico israeliano Ilan Pappe, insieme all’antropologa palestinese Ruba Salih esperta di femminismo e islamismo, riflettono sull’importanza di decolonizzare il mondo accademico, la produzione del sapere, la cultura, il linguaggio, il corpo delle donne.

 

Un profondo ringraziamento va a tutte e a tutti, sia a chi partecipa che a chi lavora a questo progetto, consentendo la continuazione di questo racconto di anno in anno. In particolare si ringrazia Casa del Contemporaneo che sostiene questo progetto culturale dando spazio alla Palestina e alla sua cultura, esattamente mentre in Italia e in Europa vengono innalzate barriere e chiusure alle culture “diverse”.

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