La rassegna “Femminile palestinese”, quest’anno alla settima edizione, curata da Maria Rosaria Greco e promossa dal Centro di produzione teatrale Casa del Contemporaneo, torna al Teatro Antonio Ghirelli di Salerno innanzitutto con la Mostra “Comunicare la Palestina, una narrazione diversa” a cura di Pino Grimaldi e Enrica D’Aguanno, che apre il calendario degli appuntamenti del 2020.

La mostra. Dopo l’opening in Accademia di Belle Arti a Napoli (29/11 – 10/01 scorso) la mostra arriva a Salerno al Ghirelli dove viene presentata il 31 gennaio 2020, alle ore 17,30, con la tavola rotonda a cui sono presenti Giovanni Petrone, Presidente di Casa del Contemporaneo, Pino Grimaldi, curatore della mostra e docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Porta i saluti istituzionali, Antonia Willburger, Assessore alla Cultura del Comune di Salerno. Modera gli interventi Maria Rosaria Greco, curatrice della rassegna Femminile palestinese.

“Femminile palestinese” dal 2014 racconta la Palestina, attraverso la sua cultura e la voce delle sue donne, dando spazio a linguaggi artistici e culturali diversi. Negli anni la rassegna ha consolidato preziosi partenariati come in questo caso con l’Accademia di Belle Arti di Napoli, con la quale nasce questo progetto di comunicazione sociale, e con l’AIAP, l’Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva che da il patrocinio all’iniziativa e che esporrà, nella propria sede a Milano, la mostra “Comunicare la Palestina, una narrazione diversa”, subito dopo Salerno.

19 designer della comunicazione, docenti in università e accademie italiane, sono stati chiamati a una campagna di sensibilizzazione sulla questione palestinese, irrisolta dal 1948. Al di là della narrazione dominante che vede i palestinesi come terroristi e gli israeliani come vittime, non è mai stato presentato un progetto di comunicazione che faccia riflettere l’opinione pubblica, che possa contribuire a superare le ipocrisie della retorica della pace, mettendo a nudo una questione che è, tuttavia, piuttosto semplice. Gli israeliani hanno occupato la Palestina, cacciando i palestinesi e costringendoli a vivere in condizioni di subalternità sociale, morale, culturale, economica. I palestinesi sono prigionieri in casa propria.

I progetti dei 19 designer sono oggetto quindi della mostra e di un catalogo, insieme al convegno di apertura che affronta il tema della comunicazione sociale, della utilità ed efficacia del design per trasferire idee politiche, consapevolezza e impegno sociale.

Alla base dell’iniziativa ci sono alcune domande: un buon progetto di comunicazione, come una serie di poster d’autore, su un tema sociale e politico, può contribuire a cambiare un punto di vista? O almeno a indurre una riflessione su un tema così delicato e dimenticato come la questione palestinese?

La mostra infatti non ha lo scopo semplicemente di esporre una serie di esercizi di stile di alcuni noti designer italiani, quanto quello di sollecitare un pensiero teorico sul rapporto fra design della comunicazione e impegno politico, in particolare sull’efficacia della comunicazione. In altri termini, la comunicazione di utilità sociale può essere anche azione politica, con qualche effetto concreto, come indurre le persone a pensare?

L’obiettivo, come tutti gli appuntamenti della rassegna Femminile palestinese, è quello di accendere i riflettori su un tema dimenticato, di togliere la Palestina dall’isolamento, innanzitutto culturale, in cui è stata collocata e di contrastare la sistematica azione che lo storico israeliano Ilan Pappe definisce di “memoricidio nei confronti del popolo palestinese. Ilan Pappe, tra l’altro, ha voluto inserire una sua presentazione sull’importanza della comunicazione nel catalogo della mostra.

La mostra “Comunicare la Palestina, una narrazione diversa” rimane aperta dal 31 gennaio 2020 fino all’11 marzo 2020, presso il teatro Ghirelli di Salerno.

Un particolare ringraziamento va agli autori che hanno aderito con i propri progetti: Paolo Altieri, Enrica D’Aguanno, Geppi De Liso, Paolo De Robertis, Francesco Dondina, François Fabrizi, Cinzia Ferrara, Marialuisa Firpo, Pino Grimaldi, Gabriella Grizzuti, Gianni Latino, Roberta Manzotti, Armando Milani, Mario Piazza, Daniela Piscitelli, Andrea Rauch, Gianni Sinni, Leonardo Sonnoli, Marco Tortoioli Ricci.

La settima edizione della rassegna  prosegue al Teatro Ghirelli con altre iniziative.
– Il 12 e 13 febbraio viene organizzata una due giorni dedicata al cinema e al cibo palestinese. “Cinema, hummus e falafel” vede la proiezione di “The fading Valley” di Irit Gal e “Omar” di Marco Mario De Notaris e Luca Taiuti, accompagnati da hummus e falafel.
– Il 4 marzo è previsto un momento dedicato al videoreportage “A Gaza le donne” sulle condizioni femminili di vita nella striscia.
– L’ 11 marzo il concerto con gli Hartmann che presentano il loro debut album “Trotula” che parla di Mediterraneo, donne e migrazione. (rinviato per motivi legati all’emergenza sanitaria in corso)

La rassegna “Femminile palestinese” con le ultime edizioni si colloca fra le manifestazioni di rilievo a livello nazionale che promuovono la cultura araba e in particolare quella palestinese.
Il progetto è promosso e sostenuto dal Centro di Produzione Teatrale Casa del Contemporaneo, con il partenariato di Accademia di Belle Arti di Napoli, AIAP, Università degli studi di Napoli l’Orientale, Comune di Salerno, Università degli studi di Salerno, Comunità palestinese Campania, Nena News Agency. Il quotidiano Il Manifesto è media partner.