Due incontri, 16 e 17 novembre, dalle 17.00 alle 20.00 per imparare a preparare i piatti più importanti della tradizione gastronomica palestinese.

Il corso è tenuto da Fidaa Ibrahim Abuhamdieh chef, blogger palestinese e e Silvia Chiarantini, autrici del libro: “Pop Palestine. Viaggio nella cucina popolare palestinese”. Editore Stampa Alternativa.

Si tratta di un viaggio attraverso le spezie e le ricette tipiche, i menù delle feste, il “caffè del benvenuto” e le regole dell’accoglienza, i prodotti della terra e la tradizione dolciaria.
Ad eccezione della Maqlouba (preparata con pollo) tutti i piatti sono vegetariani ed alcuni vegani.

Di seguito i piatti in dettaglio:

Giovedì 16 novembre
HUMMUS E NON SOLO: LE SALSE E I DIVERSI TIPI DI PANE
Hummus – crema di ceci
Mutabbal – crema di melanzane affumicate
Salsa di zucchine – zucchine, yogurt e menta
Mana’ish za’atar – focaccia con una miscela di erba a base di timo
Khobz – pane arabo
Spezie ed erbe della cucina palestinese

Venerdì 17 novembre
IL PIATTO DELLE FESTE: LA MAQLOUBA E ALTRE DELIZIE PER RIUNIRSI INTORNO AL CIBO
Maqlouba – piatto unico di riso, verdure e pollo
Mujaddara – burgul e lenticchie con cipolla caramellata
*Labneh – yogurt colato con erbe e spezie
*Falafel – polpette di ceci
Basbousa – dolce di semolino
Burbara o Ashura – dolce di grano e frutta secca
Caffè al cardamomo

Al termine di ogni lezione segue degustazione dei piatti preparati.

A fine corso, il 17 novembre dalle 20,00 alle 21,30 è previsto un evento con cena conclusiva aperta al pubblico, su prenotazione, e proiezione del documentario “Pop Palestine. Salam Cuisine da Hebron a Jenin” di Alessandra Cinquemani e Silvia Chiarantini.

Il corso è a pagamento, quota di 60,00 € inclusa la cena di chiusura.
Su prenotazione è possibile partecipare solo alla cena conclusiva con una quota di 20.00 €. Numero di adesioni limitato.

Sede del corso: l’Istituto superiore Santa Caterina da Siena – Amendola, Via Lazzarelli, 12 – 84132 Salerno

 

Femminile Palestinese porta alla libreria Feltrinelli di Salerno il libro di Ghassan Kanafani “Uomini sotto il sole”.

Il romanzo è stato recentemente ristampato da Edizioni Lavoro a cura di Isabella Camera D’Afflitto, docente di Letteratura araba moderna all’Università La Sapienza di Roma, che ne ha aggiornato la traduzione.

Gli ospiti

A presentare la ristampa dell’opera anzitutto la sua curatrice, Isabella Camera D’Afflitto. che ne ha discusso assieme a:

  • Antonio Bottiglieri – Presidente SCABEC
  • Erminia Pellecchia – Giornalista, “Il Mattino”
  • Maria Rosaria Greco – Curatrice della Rassegna
  • Attilio Bonadies legge per noi alcuni brani di Ghassan Kanafani

Il libro

“Uomini sotto il sole” arriva in Italia nel 1984, grazie alla traduzione della Camera d’Afflitto. Appare subito un romanzo rivoluzionario: per la prima volta in Italia si parla non solo di letteratura araba, ma di letteratura palestinese, e soprattutto si inizia a parlare della tragedia palestinese. L’opera di Kanafani si impone anche per il suo valore letterario.

Oggi rimanda a un tema drammaticamente attuale: il viaggio dei migranti clandestini, con le storie di donne e uomini che fuggono da terre di dolore, di persecuzione, di mancanza di libertà, di povertà.

E’ la storia di tre palestinesi, due giovani e un uomo più anziano, che cercano di fuggire dai campi profughi della Cisgiordania, nati dopo la perdita della Palestina nel 1948, per arrivare in Kuwait attraverso il deserto iracheno. I tre “uomini sotto il sole”, Abu Qais, Asad e Marwàn, sono tre clandestini che devono nascondersi in una cisterna vuota prima di ogni controllo di dogana per restarvi solo pochi minuti, sette minuti al massimo. Ma “uomini sotto il sole” sono tutti gli esseri umani disperati che, sotto il sole, cioè sotto gli occhi di tutti, affrontano la morte nel tentativo di approdare sulle nostre coste, nella totale indifferenza del mondo. Infine “uomini sotto il sole” sono il popolo palestinese destinato a morire asfissiato sotto il sole del deserto, cioè sotto quella occupazione che saccheggia togliendo diritti umani e civili.
Questo breve romanzo fa del giovane Kanafani il modello intellettuale di tutta una generazione, considerato dalla critica araba e occidentale uno dei massimi scrittori arabi contemporanei.
“Perché non avete bussato alle pareti della cisterna? Perché?” Kanafani chiude con questa domanda struggente il romanzo. Perchè i tre, chiusi nella cisterna, sotto il sole, non hanno chiesto aiuto? Al lettore la risposta.

Kanafani

Lo scrittore viene assassinato nel 1972, a Beirut, con un ordigno esplosivo, insieme alla nipote sedicenne Lamis. L’opinione più diffusa sostiene che si sia trattato di una ritorsione del Mossad contro un attentato terroristico in Israele, attribuito al FPLP, di cui Kanafani era portavoce.

the wanted 18

Il giovane visual artist palestinese Amer Shomali, in Italia per la prima volta, insieme alle sue 18 mucche “wanted” dà il via alla quarta edizione della rassegna Femminile palestinese 2017, il cui focus quest’anno è l’arte della resistenza.

Femminile palestinese porta il film ed il suo autore in tre città – Salerno, Napoli, Roma – collocando gli appuntamenti in contesti accademici e artistici: l’Università degli studi di Salerno, l’Accademica di Belle Arti di Napoli,  il Museo MADRE di Napoli e l’Università La Sapienza di Roma.

The wanted 18

Il suo film The Wanted 18, di cui è coautore insieme al canadese Paul Cowan, è stato candidato agli Oscar 2016 nella categoria delle pellicole in lingua straniera. È un racconto di fatto al “femminile”: le protagoniste sono 18 mucche ricercate perché dichiarate “pericolose per la sicurezza di Israele”.
The wanted 18 è una produzione unica che combina animazione stop-motion, interviste, disegni originali e immagini d’archivio, e racconta una delle pagine più nobili della prima Intifada: la leggendaria disobbedienza civile portata avanti da tutta la popolazione di Beit Sahour. Nel film la storia di questo tentativo di boicottaggio economico viene spiegata, oltre che dagli attivisti, soprattutto dalle mucche: Ruth, la mucca israeliana orgogliosa, Rivka, la pacifista, Lola, la regina del dramma, Goldie, l’attivista politica, e Yara, il vitello. Le mucche diventano simbolo di un’intera comunità che si stringe attorno a un sogno, all’ideale di indipendenza con spirito di lotta e cooperazione, perché, come conclude lo stesso Shomali, che è il narratore nel film, “è necessario ostinarsi a credere nell’utopia”.

Grande ironia, quindi, e leggerezza nel descrivere una sollevazione popolare molto diversa dalla consueta immagine di giovani che lanciano pietre. Shomali ci mostra la potenza dell’attivismo che parte dal basso, della resistenza non violenta e del coraggio di chi vuole la propria indipendenza, ma anche l’amarezza, perché questa volontà e queste azioni purtroppo vengono annientate con gli accordi di Oslo. Secondo Intishal Al Timini (Sanad Foundation, Abu Dhabi Film Festival) “il film è divertente e serio, è uno dei più grandi film visti negli ultimi dieci anni”

Gli appuntamenti

Amer Shomali ci ha accompagnato in tre città – Salerno, Napoli e Roma. Negli incontri è stato proiettato il film “The Wanted 18” a cui è seguito un dibattito, oltre che con l’autore, con esperti di cinema e di cultura araba.

GLI APPUNTAMENTI:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ufficio Stampa:
nenanewsagency@gmail.com – Nena NewsAgency

Presentazione del libro di Chiara Cruciati e Michele Giorgio, 50 anni dopo 1967-2017. I territori palestinesi occupati e il fallimento della soluzione a due Stati. Edizioni Alegre, 2017. Il saggio rappresenta un momento fondamentale per capire la Palestina oggi, a cinquant’anni dalla guerra dei sei giorni, perché coniuga l’analisi giornalistica alla ricostruzione storica in un estremo atto di denuncia. Un grido d’allarme: la Palestina è scomparsa dalle cronache, ma il popolo palestinese esiste ancora.

Con i due giornalisti dialoga la curatrice Maria Rosaria Greco.

Presentazione del libro di Egidia Beretta Arrigoni, Il viaggio di Vittorio, Dalai Editore. La madre di Vittorio Arrigoni racconta la breve vita e il forte impegno a tutela dei diritti umani e civili del figlio ucciso a Gaza nella notte dal 14 al 15 aprile 2011. Insieme a Egidia Beretta dialoga il giornalista Davide Speranza.

L’incontro è il primo di una breve anteprima di inizio estate della rassegna.