20 maggio 2016

“Se i poeti perdono” reading con Ibrahim Nasrallah

foto di Maurizio Grimaldi

 

SE I POETI PERDONO – reading con Ibrahim Nasrallah

Ibrahim Nasrallah è uno dei massimi poeti palestinesi, ed è ospite della rassegna “Femminile palestinese” curata da Maria Rosaria Greco nel reading SE I POETI PERODNO.

Insieme a lui sono presenti  Simone Sibilio, docente di letteratura araba alla Ca’ Foscari di Venezia e gli attori Omar Suleiman e Antonino Masilotti che leggono alcune sue poesie. L’incontro si tiene il 20 maggio 2016 alle 17,30 presso la libreria Guida Imagine’s Book  di Salerno. Interviene il Sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli per un saluto istituzionale.

La terza edizione della rassegna “femminile palestinese” ha come sottotitolo “l’occupazione oggi” perché Il focus quest’anno è analizzare qual è la situazione della Palestina oggi, dopo 68 anni di occupazione. Ed è proprio il tema dell’occupazione, del colonialismo, che è presente nelle opere di Nasrallah come un filo conduttore di una nostalgia struggente che solo nella poesia trova riparo. “Se perdono i poeti, non vince il mondo” scrive in una sua poesia.

 

Oggi più che mai, in pieno clima di allarmismo e islamofobia scatenato dai tragici flussi migratori e dagli attacchi terroristici avvenuti nel cuore dell’Europa , i poeti non possono perdere.

Per questo la rassegna “Femminile palestinese” vuole essere un luogo di incontro. Il patrocinio e il partenariato del Comune di Salerno, insieme a Casa del Contemporaneo, Università di Salerno,  e Agenzia internazionale NenaNews, conferiscono un particolare significato istituzionale al doveroso percorso di conoscenza e confronto fra tutte le culture del Mediterraneo.

Ibrahim Nasrallah ha vinto numerosi premi letterari, tra i quali il prestigioso “Sultan ’Aways” per la poesia nel 1997. È anche romanziere, oltre che insegnante, giornalista, critico cinematografico, pittore, fotografo.  Le sue opere si diffondono  in Occidente  dove vengono tradotte in diverse lingue. Ha pubblicato moltissimo: romanzi, libri per bambini, saggi e, ovviamente, molte raccolte di poesie. In italiano sono stati tradotti due suoi romanzi , “Febbre” (Edizioni Lavoro 2001, trad. Capezzone), “Dentro la notte. Diario palestinese” (Ilisso 2004, trad. Dahmash) e una raccolta di poesie “Versi” (Edizioni Q 2009, trad. Dahmash).

 

 

Ibrahim Nasce nel 1954, 6 anni dopo la Nakba, il cui anniversario ricorre proprio in questi giorni, nel campo profughi di Wihdat in Giordania, figlio di genitori palestinesi originari di un villaggio vicino Gerusalemme. La sua infanzia nel campo profughi e l’esperienza della diaspora sono un marchio indelebile nella sua vita e nelle sue opere, nelle quali ci parla di diritti calpestati.

Nel suo romanzo “Balcony of disgrace” (balcone del disonore), per esempio,  affronta il tema del delitto d’onore, descrivendone la crudeltà e lo scenario di degrado sociale.  Le vittime di questo crimine sono donne innocenti private dei loro diritti. Nasrallah analizza la condizione della donna araba, in particolare nelle classi sociali più povere e, attraverso i personaggi del romanzo, rivisita il significato di concetti dominanti come onore, virtù, purezza, virilità. È attraverso la letteratura che lo scrittore stimola il cambiamento.

Nasrallah scrive questo romanzo dopo aver letto un rapporto delle Nazioni Unite nel 2009 che definiva il numero dei delitti d’onore: ogni anno in tutto il mondo circa 5000 donne sono vittime di questo crimine.

 

 

Altro tema molto caro a Nasrallah sono i giovani e in particolare il diritto all’infanzia serena che troppi bambini palestinesi e arabi vedono quotidianamente calpestato. Lui cresciuto in un campo profughi sa molto bene cosa significa essere ragazzi di strada, senza opportunità di crescita culturale, continuamente umiliati e privati di qualsiasi speranza o sogno dall’esercito israeliano.

Nel 2014 partecipa al progetto Climb of Hope (La Scalata della Speranza) promosso dal Pcrf (Fondo di soccorso ai bambini palestinesi – Palestine Children’s Relief Fund), che prevede la scalata del monte Kilimanjaro da parte di alcuni ragazzi palestinesi, tra cui Yasmin e Mutassem due adolescenti, accompagnati da un gruppo di volontari. I ragazzi hanno una sola gamba: lei viene investita a tre anni da un veicolo dell’esercito israeliano di fronte a casa sua, a Ramallah, lui di Gaza, gli viene amputato l’arto a seguito di un bombardamento israeliano.

Il progetto vuole attirare l’attenzione del mondo sui tanti giovani arabi morti o divenuti disabili, per ferite conseguenti a bombardamenti o alla “normale” occupazione militare. Climb of Hope  ha lo scopo di raccogliere fondi per garantire loro cure mediche, per trattarne i traumi psicologici  e per sostenere il loro futuro in vari modi, offrendo una speranza, un’opportunità.  Ibrahim Nasrallah  definisce questi ragazzi senza gambe “i figli della vita, i figli di un popolo che da un secolo combatte per la libertà e questo popolo non sarà mai sconfitto”.

 

 

La poesia e la letteratura secondo Ibrahim Nasrallah sono fondamentali per raccontare queste storie a tutto il mondo.  La cultura palestinese è la patria in cui rifugiarsi, il luogo in cui nutrirsi e rigenerarsi, come un vangelo, un corano, un libro sacro che codifica e scandisce i ritmi di una dimensione umana, laica e appassionata, tutt’ora negata a un popolo che invece non perde la speranza, ancorato alla vita e alla propria identità.  Il ruolo dell’intellettuale secondo lui è quello di guidare, sostenere.

Il poeta non può perdere. «In quella città bella e lontana, nel cortile ricoperto d’erba, ogni cosa cantava, la gente danzava. Disse: “va dalla puledra, invitala a ballare”. Ero timido. Se i poeti perdono non vince il mondo».